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Dispettoso

domenica 7 dicembre 2008,

Mi hanno detto, l’altra sera a tavola, che non ce la facevano più a vedere il mio blog ibernato su Fabio Fazio. E sul commento di uno che si farebbe Fabio Fazio. Beh, mi rendo conto.

Io mi sono lanciato in difesa. Non hai (più) nulla da scrivere su un blog, quando non hai (più) una vita. Lavori, convalesci, lavori, convalesci. Leggi. Guardi. Ascolti. Negli orari in cui i ggiovani stanno preparandosi per uscire, sei con un tutone sul divano rosso con un disco dei Diaframma in sottofondo. Ah, ecco: non vi ho detto che ho visto per la prima volta i Diaframma in concerto, mesi fa, e sono rimasto ipnotizzato da Fiumani. Ho deciso che diventerò lui, o una sua groupie, o il suo personal shopper di felpe. Insomma, qualcosa del genere. Ma, per il resto, non ho molto da raccontare. Lavoro, convalescio, lavoro. Ogni tanto giro per blog, e mi convinco che non è più il caso di scrivere su un blog. E poi lo scrivo sul blog, perchè tra me e la coerenza c’è in corso un’istanza dialettica.

Sono ovviamente su Facebook. Per ora è andata bene: per un paio di facce di cazzo che avevo allegramente rimosso dalla mia vita, ho recuperato da chissà dove alcune figure più o meno attinenti alla mia adolescenza. Fa strano ritrovarle sul computer. Fa strano avere il proprio nome e cognome ed il proprio sguardo buffo lì, in bella vista. Immagino sia il duemilaotto, baby. Sulla pagina di Facebook ho levato l’indirizzo del blog. Su questo blog non ci sarà mai un link diretto alla pagina di Facebook. Ma due più due fa comunque quattro, basta avere la calcolatrice.

Lavoro, convalescio, lavoro. Domani è festa, quindi mi concentrerò a convalescere.

Leggerò, ascolterò, guarderò. Poi boh.